Etimologia della parola Vintage

Riavvolgiamo il nastro e partiamo dalla “base”, spiegando in parole semplici l’etimologia della parola da noi tanto amata. La parola “vintage”  fu usata per la prima volta all’inizio del XV secolo  derivante dalle parole latine “vinum” e “demere” cioè vino e rimuovere, seguite poi da “vindimia” che in francese divenne “vendenge” e successivamente in inglese prese forma dalle parole “vendage” e “vintner”. Tutto ha dunque inizio dal vino, la bevanda degli Dei, per indicare una particolare vendemmia di qualità che veniva affinata nelle botti di rovere e poi in bottiglia, certificando un’annata pregiata. Ancora oggi, nel settore, con la parola “vintage” identifica un’annata di gran qualità e valore. Negli anni il suo significato si “stacca” dal settore esclusivo dei vini, racchiudendo in sé un significato più importante ed ampio, cioè quello di una cultura che fa riferimento ad epoche del passato, connotate da un insieme di abitudini,stili di vita, realizzazione e produzione di oggetti che rispecchiano il mood esatto di quella precisa epoca, spesso caratterizzata da pezzi unici realizzati con materiali di gran qualità. Come tutte le epoche anche quelle passate si esprimevano attraverso la moda, i costumi, le usanze e l’utilizzo di  oggetti di uso quotidiano che hanno segnato ad esempio l’avvento del colore o della tecnologia e dell’innovazione. Ma non solo questo. La carta d’identità di un’epoca viene formata anche con gli stili di vita che si esprimevano ad esempio con i balli e la musica che si ascoltava in quel dato periodo. Un vissuto che racchiude dunque un percorso complesso che ci porta fino ai giorni nostri. Oggi la parola “vintage” è usata (ed “abusata”) nell’identificare tutto ciò che si rivolge al passato, spesso senza comprenderne il suo significato più intimo: che si tratti di un evento/festa, fiere di settore, antiquariato e arredamento, moda e accessori, automobili, dischi o collezionismo, tutto finisce nel pentolone in maniera confusa ed approssimativa. Bisogna anche ricordare che ci sono stati periodi storici con molte differenze proprio per la natura stessa dei paesi d’origine; basti pensare all’America e all’Italia, due nazioni con profonde differenze nell’approccio agli stili: se l’America era il paese precursore di novità ed innovazione, l’Italia era la patria dell’artigianalità per eccellenza, creata da generazioni di famiglie che tramandavano arti ed abilità manifatturiere difficili da trovare altrove,soprattutto nella moda, nella sartoria e nella lavorazione delle pelli e delle scarpe e non da meno nell’arredamento. 

Un’altra precisazione va fatta riguardo la parola retro’, associata spesso a “vintage”. Seppur simile ha un significato diverso: “retro’” infatti indica un omaggio ad un’epoca, cioè un “riferimento” temporale ad un dato periodo storico che può avvalersi di oggetti ed abitudini che “imitano” lo stile con elementi moderni riportando solo l’atmosfera del passato.

Un qualcosa di “vintage” invece è proprio arrivato fino a noi da quel periodo di riferimento, cioè un oggetto conservato intatto o un’abitudine (come ad esempio i balli “lindy hop” o “boogie woogie”) che si sono tramandati senza alterazioni o modifiche.

Per noi appassionati è dunque importante “capire a fondo” ciò che amiamo e cercare di far percepire agli altri quanto il “vintage” è stato e sarà una parola o un aggettivo carico di cose preziose e da tutelare, proprio come patrimonio dell’umanità anche per le future generazioni.

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