La penna stilografica

Uno degli oggetti più semplici ed utilizzata da tutti noi quotidianamente è di sicuro la penna. Quasi non facciamo più caso all’importanza del suo “contributo” nella vita di tutti i giorni, senza dargli il giusto valore. Invece la penna è (e si rivela) un oggetto pieno di fascino e di storia se si declina nella versione stilografica. Simbolo di eleganza e personalità, appassiona milioni di persone nel mondo che la amano e la collezionano. E’ formata da una cannetta interna piena d’inchiostro e da un pennino. L’inchiostro, ovviamente liquido, scende fino al pennino attraverso un sistema di distribuzione che combina gravità e capillarità. Diverse sono le modalità per rifornire la stilografica del prezioso liquido: il sistema più semplice è la cartuccia usa e getta, altrimenti esiste il contagocce o altri meccanismi come una pompetta di gomma collegata al serbatoio che può prelevare l’inchiostro da una boccetta. Le moderne ed attuali penne stilografiche usano il meccanismo delle cartucce sostituibili, oppure un serbatoio rimovibile con un meccanismo a vite o a pistone. Dunque un oggetto che ha già di per se un certo “fascino”. Nonostante l’imperante utilizzo dei dispositivi elettronici, molti ritengono che scrivere su un foglio di carta con una penna stilografica sia ancora un gesto rituale, ricco di fascino ed emozione che oltrepassa le mode ed il tempo. La bellezza della scrittura personale di ognuno di noi viene espressa e sublimata da questa penna che definisce il tratto attraverso la precisione e l’intensità della pressione della mano. Una lettera scritta di pugno con la propria ed autentica calligrafia, non ha ad oggi nessun tipo di rivale. Anzi. Scegliere con cura la carta, e la sua grammatura, permette di avere addirittura risultati diversi poiché l’inchiostro viene assorbito in modo differente. Se si pensa ai grandi scrittori e poeti o alle migliaia di lettere d’amore scritte nelle epoche passate, alcune anche conservate o esibite in mostre storiche, capiamo l’importanza di questo semplicissimo oggetto che ci ha permesso e ci permette ancora oggi di “esprimere” la nostra personalità e tutto quello che noi sentiamo e vogliamo raccontare su un foglio. Tornando indietro nel tempo la storia ci porta fino al X secolo, quando il sultano dell’Egitto commissionò una penna in grado di non macchiare mani e vestiti, e gli fu portata una penna avente appunto un serbatoio. Ma gli storici non escludono che possano esserci stati altri tentativi di realizzazione dell’oggetto ancor prima.  Si narra che il grande Leonardo da Vinci fece dei disegni che descrivono una penna a serbatoio di inchiostro. E c’è di più: un’attenta analisi dei suoi codici  mostra una scrittura regolare e fluida, impossibile da ottenere intingendo di continuo la penna nella boccetta di inchiostro. E’ molto probabile quindi che Leonardo abbia cercato di realizzare un prototipo di tale penna e l’abbia usata per i suoi lavori. Dopo secoli di utilizzo della penna d’oca, all’inizio del XIX secolo, iniziarono a prendere piede i pennini metallici, ma rimaneva l’inconveniente di dover intingere per prelevare l’inchiostro. Durante la seconda rivoluzione industriale, a metà del 1800, ci furono le prime realizzazioni parzialmente funzionanti che cercavano di dotare le penne di un sistema a serbatoio (ecco da dove nasce il termine inglese di fountain pen). Un primo brevetto fu depositato il 25 maggio 1827 dal signor Petrache Poenaru, ma anche il suo sistema risultò non perfetto. Fu anni dopo, esattamente nel 1883, che un certo Lewis Edson Waterman, creò l’alimentatore multicanale, dando inizio al primo modello moderno e più funzionale di penna stilografica, sviluppandone poi la produzione a livello industriale. Da quel periodo in poi la stilografica conobbe un grande sviluppo, grazie all’innovazione dei materiali con la quale veniva realizzata, per lo stile ed il design e per il perfezionamento dei sistemi di caricamento. Gli anni d’oro furono quelli dal ’20 al ’50 ma ancora oggi molti la usano come segno distintivo sia a casa che a lavoro. Per i collezionisti abbienti invece segnaliamo le prime due stilografiche più costose al mondo: Aurora Diamante (valutata 1,47 milioni di dollari) e Caran D’Ache 1010 Diamonds Limited  Edition (quotata 1 milione di dollari). La prima è un gioiello tutto “Made in Italy” dello storico produttore di penne Aurora. Realizzata con 2.000 diamanti incastonati e il pennino in oro in un unico esemplare all’anno, questa stilografica è un’autentica rarità. Rigorosamente in edizione limitata anche la proposta della nota casa svizzera Caran d’Ache che ha utilizzato ben 850 diamanti, mentre il corpo è fatto in oro bianco. A voi la scelta!

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