Musica Vintage, il ritorno del vinile conquista e appassiona
Ipod, di iTunes e Spotify sono oggi solo alcuni dei mezzi all’avanguardia con cui possiamo ascoltare la musica non più legata ad alti costi e ad oggetti considerati ormai obsoleti, anche se non si può non considerare che in questi ultimi tempi c’è stato un ritorno al passato anche per quanto riguarda la discografia e l’utilizzo di strumenti come il grammofono e il vinile tornati eccezionalmente in voga. Un discorso a parte va fatto per il “vecchio disco” non più considerato dai giovani solo una reliquia del passato, un simbolo di un’epoca ormai superata, ma piuttosto un oggetto glamour che rivisita un suono antico ma molto più originale e spontaneo di quello emesso dagli strumenti d’oggi. Il ritorno del vinile si inserisce in un contesto modaiolo dove il vintage e la passione per i trend d’epoche passate ha preso il sopravvento, e dove l’industria discografica ha scelto di rivalorizzare il buon vecchio disco non solo come oggetto di culto ma anche come alternativa alla musica liquida, icona e simbolo di un’epoca digitale contemporanea decisamente troppo veloce. Non a caso negli ultimi anni la FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana) ha registrato un aumento delle vendite del vinile in tutto il mondo.
Musica Vintage, il vinile e il grammafono: non solo rumore di superficie
Molti gli artisti che si sono messi alla prova rischiando d’alterare i suoni scelti perchè oltre che produrre su cd hanno optato anche per il vinile: Rolling Stones, i Led Zeppelin, David Bowie, i Pearl Jam, ma anche l’italiano Francesco Guccini sono solo alcuni nomi. C’è da dire che questo mercato, non ha ancora troppo esteso, si avvale anche di una nicchia di musicofili, nostalgici collezionisti e appassionati che oltre che alla continua ricerca di suoni vintage si dedicano anche ad esaltare i successi del passato: canzoni lontane considerate attuali solo se ascoltate attraverso l’amato grammafono e ovviamente il vinile. Per comprendere meglio l’importanza di un ritorno ad un suono più rude ma sicuramente più originale e vero, anche se dotato d’imperfezioni all’ascolto e lontano dall’alta qualità data dal digitale possiamo citare John Peel storico giornalista, conduttore radiofonico e disc jockey britannico che non a caso paragonava il suono ad un”rumore” di superficie:
Qualcuno cercava di dirmi che i cd sono meglio del vinile perchè non hanno alcun rumore di superficie. Io risposi:”Senti amico è la vita che ha il rumore di superficie!”