Lo sapevi che circa il 55% dell’efficacia della comunicazione è determinata dalla Comunicazione non verbale? Questo tipo di comunicazione non ha nulla a che vedere con il livello semantico (che riguarda il verbale), ovvero il significato letterale delle parole che compongono il messaggio. Nella comunicazione non verbale, gli strumenti di cui ci avvaliamo sia in modo inconscio sia in modo conscio sono: il nostro corpo, il viso e le sue espressioni. Spesso quando comunichiamo, tendiamo a gesticolare per sottolineare quanto stiamo dicendo e, noi italiani siamo dei veri e propri maestri di comunicazione non verbale, per lo meno dal punto di vista conscio. I linguisti sostengono che più del 90% della nostra comunicazione è non verbale, questo è un assist enorme che diamo al linguaggio verbale. Anche nel mondo digitale il linguaggio non verbale ha la sua importanza, pensiamo alle chat di messaggistica, oltre alle parole scritte, che certamente risultano sterili, in quanto non è possibile applicare il paraverbale (altro pilastro della comunicazione, che determina il ritmo, il tono, le pause), usiamo costantemente gli emoji (simboli pittografici), che ci aiutano a mettere un po’ si sale alla nostra comunicazione digitale.

Ma attenzione! Il linguaggio non verbale è soprattutto inconscio e quando siamo davanti al nostro interlocutore il nostro viso e il corpo comunicano stati d’animo che spesso non riusciamo a controllare. Per capire e migliorare, questo aspetto della comunicazione, diventando più consapevoli. E se desideri capire come gestire (laddove è possibile) il corpo durate una conversazione, ecco alcuni consigli da tenere in considerazione.

  • Contatto visivo

Durante una conversazione le persone si concentrano sui nostri occhi. Alcune persone tendono a tergiversare con lo sguardo e questo non è un buon segno. Lo sguardo ha una certa rilevanza comunicativa. Bisogna sempre calibrare per quanto tempo guardiamo il nostro interlocutore negli occhi, come per tutti anche qui ci vuole la giusta proporzione, evitiamo di fissarlo/a troppo, ma anche evitiamo di non aver il contatto visivo tutto il tempo, perché denoterebbe timidezza, insicurezza o scarso interesse.

  • Prossemica

Quando si parla di prossemica si intende la distanza che mettiamo tra noi e il nostro interlocutore. La prossemica si divide in quattro livelli e regoliamo la nostra distanza di questi livelli, in base al tipo di confidenza che abbiamo con il nostro interlocutore. Se con la persona con cui stiamo parlando non c’è un grado di confidenza elevato, tendiamo a mantenere il più possibile le distanze, diversamente se è una persona di famiglia, un amico/a o il partner, le nostre distanze si accorciano. Impariamo a tenere le distanze dove è necessario, soprattutto se abbiamo appena conosciuto una persona, non invadiamo il suo spazio, potremmo spaventarla o infastidirla.

  • Leggere e ascoltare il non detto

Sia che stiamo parlando con una o più persone, oltre ad ascoltare ciò che viene detto, leggiamo e ascoltiamo il non detto. Mi spiego meglio! Osserva il linguaggio del corpo e cosa fa la persona durante la conversazione: se mentre parli, il tuo interlocutore è intento a guardare il cellulare e magari a rispondere ai messaggi (che ricordo è profondamente maleducato) o a fare altro, vuol dire che nella vostra comunicazione c’è qualcosa che non va. Lo stesso vale quando parliamo in pubblico, osservare sempre il nostro pubblico: la loro postura e le espressioni facciali, per capire in che direzione sta andando il nostro discorso.

  • Power zone

Quando parli con qualcuno è consigliato lasciare ben visibili alcune parti del corpo: giugulare, ombelico e inguine. Mi spiego meglio per evitare fraintendimenti! Se parliamo con qualcuno e magari abbiamo un bicchiere in mano, evitiamo di coprire il collo o di portare il bicchiere davanti l’ombelico o vicino all’inguine se siamo seduti, perché anche se le ultime due parti sono coperte dai vestiti, mettendo qualcosa davanti che copre ulteriormente (che sia un bicchiere, la mano, la borsa ecc..), da l’impressione di una persona chiusa, insicura o non interessata alla conversazione.

Il linguaggio non verbale svolge un ruolo fondamentale nella comunicazione, ma per imparare a gestirlo (almeno la parte conscia) ci vuole tempo ed esercizio. Se vuoi saperne di più ti invito a leggere un articolo che ho scritto un po’ di tempo fa, proprio sul tema o in alternativa per iniziare ad esercitarsi con il linguaggio non verbale e approfondire il tema non perdete il mio prossimo corso Lezioni di Bon Ton nella Comunicazione.

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